Il VII Forum europeo delle forze della Sinistra, Verdi e progressiste traccia il cammino per le elezioni europee

Si è concluso la scorsa domenica il 7° Forum Europeo delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste, che per tre giorni ha riunito nel comune madrileno di Rivas oltre 300 persone provenienti da tutta Europa e 40 dall’America Latina, con un obiettivo: promuovere uno spazio di collaborazione nato con lo scopo di generare sinergie tra la socialdemocrazia più progressista, i partiti ambientalisti e la sinistra alternativa.

Sono state organizzate più di 20 tavole rotonde che hanno affrontato un’ampia gamma di temi, dal futuro dell’integrazione europea ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica, dalla partecipazione della sinistra alternativa ai governi, alle lotte antifasciste, alla cultura, al femminismo, all’economia digitale, alla pace, ai diritti dei migranti e alle politiche di asilo, tra gli altri.

Quest’anno il paese ospitante è stata la Spagna, in un momento in cui sono stati appena firmati gli accordi per l’investitura di un governo di coalizione tra PSOE e Sumar. La Spagna è attualmente un Paese in cui la sinistra europea è tenuta d’occhio, sia per la futura rielezione del governo di coalizione progressista, sia per l’impulso dato alle politiche sociali e del lavoro portate avanti nell’ultima legislatura. Questo è anche il Forum che precede le elezioni europee del prossimo anno.

Il Municipio di Rivas, che ha ospitato l’incontro, è stato visitato da leader e rappresentanti istituzionali di diversi Paesi dell’UE. Numerosi gli interventi in quasi venti panel, da europarlamentari come Manu Pineda, Sira Rego e María Eugenia Rodríguez Palop al presidente del Partito della Sinistra Europea, Walter Baier e Marga Ferré, co-presidente della sua fondazione di riferimento Transform! Dal ministro del Lavoro della Colombia all’ambasciatore della Palestina in Spagna, dai rappresentanti di Podemos, Más Madrid, Bildu… a parlamentari e leader di partiti europei come il PTB del Belgio e Levica (Slovenia), tra molti altri.

Il forum si è concluso domenica con la lettura della dichiarazione finale, a cura di José Luis Centella, Cristina Simó e Marga Ferré, da cui è scaturito un piano d’azione con 16 punti di proposte concrete e una dichiarazione sulla Palestina in cui il Forum chiede il riconoscimento di uno Stato palestinese vitale e pienamente sovrano come soluzione per raggiungere una pace duratura e stabile.

Dichiarazione finale 2023

7° Forum europeo delle forze di sinistra, verdi e progressiste

I dibattiti del 7° Forum Europeo delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste hanno confermato il fallimento di un modello di costruzione europea neoliberista, reazionario, patriarcale e predatore dell’ambiente, che non è in grado di fornire una soluzione positiva ai problemi dei nostri popoli, né prevede di avere una reale autonomia strategica nella sua politica estera.

Sulla base di questa constatazione, questo 7° Forum invita le forze sociali, culturali, sindacali e politiche progressiste a unirsi nella necessità di costruire un’Europa diversa:

Un’Europa che metta al centro di tutte le preoccupazioni le scelte democratiche e sovrane dei popoli, il miglioramento della vita delle persone e la difesa dell’ambiente.

Un’Europa, libera dalla violenza maschile, che ponga fine a ogni tipo di discriminazione, di disuguaglianza e di disparità e ponga fine al divario salariale, promuovendo sistemi pubblici di assistenza alle donne per porre fine al sistema patriarcale, al traffico sessuale e allo sfruttamento.

Un’Europa che realizzi un pieno sviluppo democratico, attuando politiche socialmente avanzate che offrano ai giovani la prospettiva di una vita dignitosa e stabile.

Un’Europa che dia una nuova definizione di “sicurezza globale”, lavorando per costruire la pace e risolvere i conflitti in modo diplomatico e negoziale, sulla base della Carta delle Nazioni Unite e del rispetto del diritto internazionale, nonché della tutela dei diritti sociali, del co-sviluppo, della sicurezza alimentare e climatica. Ribadiamo quindi la nostra richiesta di una soluzione negoziata e diplomatica alla guerra in Ucraina, basata su un cessate il fuoco immediato, da ricercare in conformità con il diritto internazionale.

Siamo determinati ad agire politicamente e ad aprire la strada alla costruzione di un’Europa democratica e socialmente avanzata, basata sui valori dell’uguaglianza, della solidarietà e della sostenibilità, agendo da una posizione di autonomia strategica in politica estera per difendere un ordine internazionale libero da egemonie che ostacolano il diritto dei popoli all’autodeterminazione e basato sulla cooperazione e sulla solidarietà tra popoli sovrani.

Per raggiungere questi obiettivi, coloro che hanno partecipato ai dibattiti di questo 7° Forum, nella loro diversità e pluralità, hanno discusso proposte, condiviso esperienze e coordinato azioni. Metteremo queste proposte a disposizione delle diverse organizzazioni partecipanti, affinché le studino e le trasferiscano nei loro ambiti d’azione, e soprattutto affinché studino quelle che possono incorporare nei diversi programmi con cui si presenteranno alle prossime elezioni europee, con l’intenzione di lavorare insieme per respingere la destra, sia nella sua versione neoliberale che in quella neofascista, in modo da poter andare verso un futuro di pace e prosperità per l’Europa.

In questo senso, la crescita dell’estrema destra in diversi Paesi europei, fino a raggiungere il governo di alcuni, come nel caso dell’Italia, ci obbliga a lottare contro il revisionismo storico e per una rinascita dei valori antifascisti che difendano un’Europa basata soprattutto sulla giustizia sociale.

Chiediamo quindi che questo Forum europeo diventi il punto di partenza per lavorare per approfondire le convergenze in vista delle elezioni europee del 2024 e oltre, facilitando un’ambizione comune che, sui temi sociali e del lavoro, sia riconoscibile nei programmi di tutta la sinistra europea. A tal fine, sosteniamo il documento congiunto in 16 punti con proposte concrete, finalizzato all’attuazione di un piano d’urto per migliorare la vita di tutti nell’Unione europea (UE) e per facilitare un’azione sindacale più efficace, garantendo che nessuno venga lasciato indietro.

Un’Europa che promuove l’economia sociale per i suoi valori di gestione democratica delle imprese, condivisione della ricchezza, solidarietà, articolazione territoriale e responsabilizzazione delle persone sull’economia, cooperazione, occupazione dignitosa e di qualità e un modello sociale e culturale ambizioso ed emancipatorio.

Un’Europa del progresso e della giustizia sociale, dei servizi pubblici, dell’occupazione e della nuova industrializzazione. È urgente denunciare gli accordi di libero scambio per garantire la sovranità industriale e commerciale. Vogliamo costruire nuovi trattati internazionali per il controllo democratico del commercio e degli investimenti al servizio dei beni comuni, dello sviluppo reciproco, della sicurezza, della sovranità alimentare e industriale e del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ciò consentirà una nuova industrializzazione in Europa, rispondente ai bisogni sociali e rispettosa del pianeta, basata sulla cooperazione e sulla solidarietà tra i territori.

I servizi pubblici devono essere esentati dalle norme europee sulla concorrenza. È necessario istituire un osservatorio europeo dei servizi pubblici, garantito dal controllo democratico e dei cittadini. I diritti dei lavoratori devono essere estesi per includere la partecipazione agli obiettivi sociali ed ecologici delle aziende e dei servizi pubblici.

Un’Europa in cui i diritti sanitari e sociali siano al centro delle preoccupazioni per la crescente aggressione attraverso la mercificazione.

Un’Europa che agisca a favore della sovranità agricola e alimentare. È necessaria una nuova Politica Agricola Comune per integrare maggiormente le politiche alimentari. I criteri di assegnazione devono essere modificati per garantire i redditi dei produttori, sostenere l’occupazione e accompagnare la transizione agro-ecologica.

Più concretamente, chiediamo un’Europa che attui un modello di sviluppo sostenibile che cerchi di uscire dall’attuale emergenza climatica, facendo della transizione ecologica un’opportunità di giustizia sociale e ambientale. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo promuovere un’Europa che sia realmente e radicalmente impegnata nella transizione energetica, liberandoci dalla dipendenza dal carbonio: ciò sarà possibile solo ponendo fine a una serie di aberrazioni neoliberiste, a partire dal “mercato europeo dell’elettricità” e dal mercato del carbonio (ETS).

Un’Europa che difenda effettivamente un multilateralismo efficace, basato sulla Carta fondante delle Nazioni Unite, con un’azione esterna indipendente dagli Stati Uniti e dalla NATO. Un’Europa che cessi di essere una fortezza che respinge i migranti economici, i richiedenti asilo e tutti coloro che fuggono dai disastri causati dal neocolonialismo, dalle crisi del capitalismo, dalle guerre e dai cambiamenti climatici. Un’Europa che utilizzi le sue risorse per costruire la convivenza e il partenariato tra i popoli. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo garantire politiche in grado di prevenire i massacri in corso nel Mediterraneo e ai confini orientali. Dobbiamo abrogare il Regolamento di Dublino, smettere di esternalizzare la gestione delle frontiere europee a Paesi terzi e abolire l’agenzia Frontex. Dobbiamo regolarizzare le persone in situazione amministrativa irregolare in Europa e rifiutare il patto migratorio attualmente in fase di negoziazione all’interno dell’UE.

Tutto ciò significa mobilitare risorse e poteri per scongiurare la crisi incombente, in particolare mobilitando i trilioni della Banca Centrale Europea (BCE) per i servizi pubblici e la protezione sociale, attraverso la creazione di un Fondo europeo democratico dedicato al loro finanziamento. Ciò significa modificare al più presto la pericolosa politica dei tassi d’interesse elevati della BCE: abbassare e alzare selettivamente i tassi d’interesse a favore dell’occupazione, della formazione, dei salari e dell’ecologia, e contro la speculazione, le fusioni, le delocalizzazioni e le plusvalenze che distruggono posti di lavoro.

Ciò richiede un’urgente revisione delle condizioni degli aiuti di Stato nazionali nell’Unione Europea, in modo che siano basati sulla cooperazione, sulla solidarietà e su precisi criteri di risultati ecologici e di occupazione di qualità.

In questo contesto, desideriamo esprimere il nostro coinvolgimento e la nostra solidarietà con le lotte in corso in Europa e in varie parti del mondo.

Questo Forum chiede la fine della divisione dell’Irlanda. Crediamo che le condizioni politiche ed elettorali siano giuste. La piena attuazione dell’Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord non può continuare a essere compromessa a 18 mesi dalle ultime elezioni provinciali e il governo britannico deve assumersi le proprie responsabilità. Il processo di pace in Irlanda, che finora è stato esemplare, potrebbe servire da ispirazione per la risoluzione di molti conflitti.

Questo Forum chiede la fine dei 49 anni di occupazione turca del 37% di Cipro. Chiede la ripresa dei colloqui sotto l’egida delle Nazioni Unite da dove sono stati interrotti nel 2017, per raggiungere, in conformità con le risoluzioni dell’ONU, una soluzione federale bizonale bicomunitaria con l’uguaglianza politica definita dall’ONU. Sostiene con forza il lavoro comune delle organizzazioni politiche e sociali greco-cipriote e turco-cipriote per raggiungere la riunificazione di Cipro e del suo popolo.

Condanniamo fermamente le pressioni esercitate dalla Turchia sull’opposizione democratica; chiediamo alla Turchia di rilasciare tutti i prigionieri politici e di attuare le decisioni del Consiglio d’Europa e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Condanniamo gli attacchi armati alle infrastrutture civili nelle regioni curde, che causano la povertà di milioni di persone che non hanno accesso all’acqua e all’elettricità.

Sosteniamo le richieste di una soluzione democratica alla questione curda. Nel nome di Jina Amini, ci uniamo a tutte le donne che lottano per la libertà, in particolare alle donne Ezidi di Şengal, al grido di Jin-Jiyan-Azadi (Donna, Vita, Libertà)!

Difendiamo il Forum di San Paolo dagli attacchi e dalle diffamazioni che sta subendo da parte dell’estrema destra europea e lo riconosciamo come riferimento per le forze di progresso in America Latina e nei Caraibi. Accogliamo inoltre con favore la nascita della CELAC Social come esempio del dinamismo di questa regione nella costruzione di un modello di integrazione e solidarietà orizzontale, libero da interferenze esterne.

Guardiamo con preoccupazione a quanto sta accadendo in Perù e in Guatemala, dove il Partito del Seme del Presidente del Paese è stato messo fuori legge in un possibile percorso di golpe “morbido”.

Ci uniamo alle richieste, più volte sostenute dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, sulla necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dagli Stati Uniti, e chiediamo l’esclusione di Cuba dalla lista unilaterale degli Stati sponsor del terrorismo, pertanto sosteniamo lo svolgimento del Tribunale internazionale sul blocco contro Cuba che si terrà a Bruxelles il 16 e 17 novembre 2023.

Non possiamo che rallegrarci del fatto che le vecchie dominazioni ereditate dal periodo coloniale stiano cedendo il passo alla ribellione dei popoli africani; difendiamo l’emancipazione politica, economica e monetaria dei popoli africani, che aspirano a una “seconda indipendenza”. L’abolizione del franco CFA/ECO, arma della dominazione neocoloniale, deve essere all’ordine del giorno. Gli aiuti pubblici al co-sviluppo devono essere riformati, prestando attenzione all’appropriazione e all’attuazione, da parte degli Stati, delle imprese e della società civile dei Paesi interessati, dei loro progetti di sviluppo economico, sociale e umano, nonché delle loro politiche di transizione ecologica.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo Saharawi, privato da decenni del diritto di vivere nel proprio territorio, subendo la repressione delle forze di occupazione, e chiediamo il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite a favore dell’autodeterminazione e la determinazione di un referendum nel Sahara occidentale.

Piano d’azione

Il 7° Forum Europeo delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste presenta questa Dichiarazione Finale, riflesso dei nostri dibattiti, e continua a perfezionare e avanzare nello sviluppo di un Piano d’Azione per rafforzare la presenza nelle strade delle forze partecipanti a questo Forum. In questo modo proponiamo le seguenti azioni da realizzare fino al prossimo Forum del 2024:

– Organizzazione di una campagna per un’Europa femminista che culmini l’8 marzo, come stabilito e approvato dall’Assemblea delle donne del Forum.

– Coinvolgere le forze che partecipano a questo Forum per realizzare, in collaborazione con le forze sindacali d’Europa, una campagna in difesa della piattaforma dei 16 punti con proposte concrete, finalizzate all’attuazione di un piano d’urto per migliorare la vita di tutti gli abitanti dell’UE.

– Partecipare attivamente alle mobilitazioni che si terranno il 5 giugno 2024, Giornata mondiale dell’ambiente.

– Organizzazione di una tavola rotonda alla vigilia della manifestazione europea contro l’austerità indetta dalla Confederazione europea dei sindacati (CES) il 13 dicembre 2023 a Bruxelles, per discutere dell’urgenza di un uso totalmente diverso del denaro in Europa (BCE, sussidi, aiuti pubblici).

– Partecipare alle attività che si terranno il prossimo 9 maggio, giorno della vittoria contro il nazifascismo.

– Continuare a lavorare, in collaborazione con il resto delle organizzazioni internazionali che difendono la Pace, affinché il 21 settembre 2024 sia una giornata di mobilitazione a favore della Pace e della richiesta di porre fine ai molteplici conflitti che insanguinano vaste aree del pianeta.

Per attivare questo Piano d’azione, proponiamo che il Piccolo Gruppo del Forum formi un’équipe con un responsabile per ogni proposta d’azione presentata, per garantirne il seguito.

Compagni, questo 7° Forum non si ferma qui, continuerà a lavorare sullo sviluppo di azioni e mobilitazioni che ci permetteranno di portare avanti le conclusioni dei nostri dibattiti e i piani per organizzare l’8° Forum in Ungheria, che sarà un momento di condivisione e riflessione.
È tempo di celebrare i progressi delle nostre posizioni in campo politico, sociale, sindacale e istituzionale, con un migliore coordinamento e cooperazione di tutte le forze e i gruppi che difendono una società più giusta, solidale, egualitaria e sostenibile.

Il percorso di cooperazione e coordinamento continua.

Rivas Vaciamadrid, novembre 2023

Dichiarazione sulla Palestina

Il 7° Forum europeo delle forze di sinistra, verdi e progressiste condanna tutti gli atti di violenza terroristica commessi in Israele, Gaza, Cisgiordania e Libano.

Sosteniamo le dichiarazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che ha chiesto un immediato cessate il fuoco, il ritiro delle truppe israeliane da Gaza e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas.

Chiediamo il rilascio dei prigionieri politici nelle carceri israeliane ed esprimiamo la nostra repulsione nei confronti della politica di apartheid a cui il governo israeliano sta sottoponendo il popolo palestinese e dell’ingresso dell’esercito israeliano a Gaza, in contrasto con il diritto internazionale. Soprattutto, condanniamo i bombardamenti indiscriminati dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, veri e propri crimini di guerra, i cui autori devono essere chiamati a rispondere davanti alla Corte penale internazionale.

Ribadiamo che il raggiungimento di una pace duratura e stabile richiede il riconoscimento di uno Stato palestinese vitale e pienamente sovrano, accanto a quello di Israele, nei termini definiti dalle varie risoluzioni delle Nazioni Unite.